DRAMMI MUSICALI IN ONORE DI S. SILVESTRO PAPA, PROTETTORE DI PIANELLA
IL SUCCESSO DI LORIS DI GIOVANI NELLE DUE RISTAMPE ANASTATICHE
Pianella. Tempo addietro, nella Chiesa di S. Antonio a Pianella, è stato presentato il volume dell’Avv. Loris Di Giovanni contenente le ristampe anastatiche di due drammi per musica di Stefano Ferrante, dedicati entrambi a San Silvestro Papa, protettore di Pianella. Si tratta dell’edizione teatina del 1748 per Giuseppe Francesco Ferri e dell’edizione ascolana del 1759 per Nicola Ricci. L’opera nasce per volontà dell’associazione “Plenilia Antiqua”, di cui l’avvocato Di Giovanni è socio. “L’importanza del primo testo riprodotto,”Eliseo nel Vaticano”,- ci dice Loris Di Giovanni- è sicuramente dovuta alla rarità dello stesso; anche il più attento degli studiosi non riuscirebbe a rinvenirne copia in nessuna biblioteca d’Italia. Gli stessi Palma e Aurini che hanno nell’800 e nel 900 tracciato una bibliografia del Ferrante, uno dei più prolifici autori abruzzesi di drammi sacri, non ne fanno menzione. Altrettanto infruttuosa è stata la ricerca presso l’Istituto Centrale del Catalogo Unico (ICCU) che raccoglie on line i cataloghi dei libri contenuti nelle più importanti biblioteche italiane. Il titolo del dramma si ricollega all’episodio biblico (I Re, 5, 1-27) che narra della guarigione dalla lebbra di Naaman, capo dell’esercito del Re di Aram, confrontandola con la medesima ed altrettanto miracolosa dell’Imperatore Costantino ad opera di S. Silvestro. Il secondo, dal titolo “Il Salomone nel Tempio”,- prosegue Di Giovanni-, conservato presso la Biblioteca Provinciale dell’Aquila “Salvatore Tommasi”, è un dramma per musica “allusivo alla famosa statua di argento novemente eretta e dedicata al Sommo Pontefice S. Silvestro dal suo devotissimo e fedelissimo popolo di Pianella” stampato a Chieti nel 1752 per i torchi di Pietro Paolo Ferri. Il busto cesellato in argento del Santo fu infatti realizzato nel 1752 col contributo di tutta la cittadinanza. San Silvestro vi è raffigurato in ricchi paludamenti pontificali, con tiara e piviale. Con la destra benedice e con la sinistra regge il pastorale con la croce. Ha sotto il gomito un libro chiuso con la scritta sul dorso “fides et charitas /populi mei”. La prima notizia di questo dramma ci è data dallo storico Alterisio Lizza nell’ultima pagina del suo manoscritto “Memorie Istoriche della città di Pianella” da poco rinvenuto e tradotto dal Prof. Vittorio Morelli. Tutti e due i testi sono musicati da Crescenzo Pignatari di Pianella. ” Mancando ogni riferimento allo stesso nell’archivio parrocchiale,- riprende Di Giovanni- l’unico riferimento utile è Catasto Onciario di Pianella conservato in copia presso l’Archivio di Stato di Pescara nel quale nell’anno 1746 risulta registrato un “Crescenzio” di anni 36, Maestro di Cappella nella città dell’Aquila, fratello del Magnifico Michele Pignatari, Regio Giudice a Contratti. Fu tra i collaboratori del Ferrante e gli musicò ben otto opere. Di sicuro ebbe altri committenti. Volendone citare uno solo legato, tra l’altro, a San Silvestro, vi è Giovan Battista Frasca di Lanciano che nel 1746 lo volle come musicista del componimento drammatico “San Silvestro nel battesimo di Costantino” da cantarsi “nell’insigne Collegiata di S. Antonio Abbate di Pianella, dedicato all’istesso suo protettore”, per i torchi del teatino Ottavio Terzani (1746). Quindi, appena due anni prima della stampa di “Eliseo nel Vaticano” del Ferrante, altri avevano già raccontato l’episodio della conversione dell’imperatore Costantino legandola al Santo protettore dei pianellesi.. Morì il Pignatari a Collecorvino il 18 giugno 1799. Oltre al suo musicista un altro legame, questa volta di affetti, ebbe il Ferrante con la città di Pianella, avendo lo stesso preso in moglie Margherita Mevij. Margherita era una delle tre figlie, assieme ad Antonina e Sinforosa, di Giovanni Battista Pascale Mevij e di donna Crescenza Martirani. Le nozze tra Stefano e Margherita furono celebrate il 9 dicembre del 1756. Giovanni Battista costituì ed assegnò ai novelli sposi una dote di “docati mille tra mobili, denari contanti e un podere stabile di campagna con terreno, olivi e vigne in contrada Fontanelle”. Al lieto evento di sicuro si riferisce la poesia “Il Maritaggio” raccolta nei “Fiori Poetici” nella quale il Ferrante canta l’ideale di un matrimonio perfetto e quel che dovrebbe essere il comportamento di una buona moglie. Dal matrimonio nasceranno sette figli. A squarciare il pesante e scuro velo dei secoli che presto ammantò la memoria del Ferrante e delle opere sue, unito, come spesso in questi casi avviene, alla indifferenza dei suoi concittadini,- ci racconta Loris Di Giovanni – riuscì l’avv. Quinto Mario Lupinetti con un suo primo articolo su “P.Q.M.”, tracciando la strada agli altri ricercatori . Hanno presentato il libro il carmelitano Padre Tommaso Pallica, che con dovizia di riferimenti biblici ha spiegato il significato religioso delle due opere ed il Prof. Vittorio Morelli che ha tracciato un profilo storico del ‘700 a Pianella aggiungendo notizie inedite sul culto del Santo Patrono.
Silvia Farnese